Cicloturismo a Parma? ParmaMorethanFood propone Archeo-Bikearcheologia a portata di bicicletta. ArcheoBike è un itinerario cicloturistico che unisce archeologia e una salutare pedalata in bicicletta a Parma. Questa è la nostra idea per offrire agli abitanti di Parma ed ai turisti la possibilità di scoprire i lati nascosti della città ducale.

Nella giornata di sabato 26 marzo 2016, ParmaMoreThanFood organizza l’escursione cicloturistica Archeo-Bike: l’archeologia a portata di bicicletta a Parma.

Tappa 1 | Barriera Repubblica: La Terramara di Parma

Il più antico insediamento noto nel territorio occupato dalla città di Parma risale all’Età del Bronzo medio e recente, cioè al XVI secolo a.C (circa 3500/3300 anni fa). Si tratta di una terramara, cioè un villaggio palafitticolo tipico dell’Età del Bronzo e presente in tutta l’Emilia Romagna centro-occidentale.

Questi villaggi erano generalmente di forma quadrangolare, costituiti da capanne rialzate e delimitati da un terrapieno e da un fossato nel quale scorreva acqua incanalata da un vicino corso d’acqua.

Il nome terramara deriva da “terra marna”, un termine usato dai contadini nell’800 per indicare un terreno particolarmente fertile e ricco di resti organici. Questi terreni non erano altro che ciò che restava di questi villaggi una volta abbandonati. Le terramare furono infatti in gran parte distrutte dalle attività di cava volte al riuso del terreno come concime. Il termine andò poi in disuso con l’abbandono di queste cave e rimase semplicemente a indicare i villaggi dell’Età del Bronzo.

La terramara rinvenuta sotto il centro storico di Parma si trova nell’area compresa tra Stradello S. Girolamo e il cortile del Convento di Maria Luigia. Si tratta di uno dei primi siti terramaricoli in cui vennero eseguiti scavi archeologici, nel 1864 e successivamente nel 1907. In queste prime indagini venne individuato, a 3 m di profondità, un doppio ordine di pali di legno lunghi tra 2 e 6 m, molto numerosi e fitti.

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Scavi archeologici più recenti, eseguiti nel 2002, hanno fornito nuovi dati: sono stati riportati alla luce ben 25 pali del diametro di 10-15 cm, in gran parte in legno di quercia e di olmo, e 4 travi poste di piatto; i pali avevano ancora la punta infissa in un fango lacustre. È quindi probabile che la terramara di Parma abbia avuto le caratteristiche di una vera e propria palafitta, estesa in parte all’interno di una palude e in parte all’asciutto su una sponda.

In relazione al villaggio terramaricolo, in Piazza della Macina è stata rinvenuta una necropoli formata da tombe a incinerazione, dove sono state recuperate alcune urne cinerarie. Questa necropoli venne purtroppo distrutta nel 1967 durante lavori di scavo per la realizzazione di un ascensore.

I reperti archeologi finora rinvenuti nella terramara e nella necropoli sono esposti all’interno del Museo Archeologico Nazionale di Parma.

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