Continuano i nostri episodi di storytelling per Parma e Dintorni. Questa volta i nostri inviati Davide e Beppe sono andati alla scoperta della Fiera del Tartufo a Calestano per la seconda volta, per restituirci i luoghi e gli aneddoti del Tartufo e scoprire un’altra Calestano. Un’altra puntata alla Fiera del Tartufo? Sì ma per una competizione di torte…Leggi i racconti
Invitato a fare il giudice in una gara di torte, durante la Fiera Nazionale del tartufo di Calestano. Colpo di Davide. A fianco del presidente della Pro Loco di Calestano, siamo chiamati ad eleggere la torta migliore della competizione.
La giornata a Calestano è stata però molto ricca di storie e avventure, tanto che in questa puntata di racconto ci concentriamo su queste.
Alle torte e all’onore di giudice dedicheremo per intero la prossima puntata.
Subito il mio più spontaneo e sincero ringraziamento alla signora Antonella Cicogna, segretaria della Pro Loco di Calestano.
Come siamo arrivati, ci ha presi sotto la sua ala, anticipando la nostra curiosità di scoprire qualche particolare della Fiera, o di Calestano stesso, in attesa che la gara avesse inizio nel pomeriggio.
Con il passepartout della signora Antonella (la sua puntuale presentazione di me e Davide ad ogni cantone), ha avuto così inizio una vera esplorazione a tante tappe.
Per iniziare, in men che non si dica: in due passi due, dalla sede della Pro Loco nella vecchia Casa del Popolo, ci siamo trovati all’interno di una vasta cantina medievale dalle volte a botte, dal 1860 impiegata dal ristorante (forse all’epoca osteria) Fontana.
Trovarci qui è un certo privilegio, non è una cantina di bellezza: oltre ai tini e agli antichi attrezzi, ci sono soprattutto i vini e i salumi. In occasione di cerimonie e banchetti è adibita come sala da ristorante.
Chi ci ospita – non so dire se il gestore in persona, so solo che gentilissimo – ci racconta con un certo orgoglio come l‘arco sopra le nostre teste risalga al 1200.
Aggiunge una nota particolare: nell’ipotesi di uno storico medievale che ha studiato questi spazi, le cantine in origine erano un deposito dei Templari. Ogni stanza serviva in modo specifico a catalogare i loro possedimenti; il ritrovamento di una canna fumaria a pochi passi da noi fa ritenere come la stanza dove ci troviamo sia la proprio la fucina, dove erano forgiate le armi dei monaci combattenti.
Emozionante. La Via Francigena è in effetti disseminata di mansioni e commanderie templari, e Calestano era un punto di appoggio dei pellegrini in transito (ci si innesta sulla Via dall’abitato di Cassio, 15 km a nord).
Non male come prima tappa, possiamo dire. Grazie e ancora grazie al Ristorante Fontana per questa esclusiva.
Avanti. Siamo consegnati dalla tutela della Pro Loco a quella dell’Associazione Nazionale del Tartufo Nero di Fragno, dalla signora Antonella al signor Giuseppe Maghenzani, presidente dell’associazione. Grazie al presidente è stato possibile il nostro incontro alla scoperta del Borsino del tartufo, e il successivo Q&A col tartufino Lino, di cui abbiamo raccontato settimana scorsa.
Una degustazione di testaroli di funghi durante la visita, male non fa.
In successione, il nostro pranzetto – leggero, vista l’incombente gara delle torte in un paio d’ore! – che però si è voluto ovviamente di funghi, approfittando per tastare il menù del tendone ufficiale. Uno dei piatti assaggiati si prende al volo una menzione speciale: i testaroli con salsa di funghi!
Qui sarebbe molto interessante per me approfondire. Sono estimatore dei testaroli (come non esserlo??), ed è la prima volta che li assaggio nel parmense, se non in ristoranti a tema lunigiano: è perciò la prima volta che mi si presentano come genuino piatto locale.
È un bell’esempio di mescolanza di tradizione, dove l’influsso tosco-ligure si è espanso oltre il confine della Cisa, e si sono amalgamate le rispettive tipicità.
Ricetta quindi che sarebbe ugualmente originale in tanti comuni di qua e di là dell’Appennino, tra la Val Taro, Pontremoli e l’alto spezzino. Tema questo degli influssi e delle contaminazioni in tavola da approfondire di sicuro. In ogni caso, è un ottimo piatto non solo perché istantanea di una regione geografica….ma perché ben fatto e ben cotto! PMFT ringrazia e saluta.
Ritroviamo la signora Antonella. C’è tempo per un’ultima tappa prima dell’inizio della disfida delle torte: le antiche prigioni
Di recente ripristino, si trovano sotto gli Uffici comunali e sono aperte solo in occasioni di esposizioni, o come nel caso di giornata, di seminari. Abbiamo, anche in questo caso, il piacere di visitarle in solitudine.
Nonostante il restauro dello spazio, le due celle chiuse da una porta di legno fanno un certo effetto. Non è difficile immaginare la piccola prigione di allora in un suo scenario realistico, come stazione detentiva per crimini minori, o come anticamera del trasferimento del condannato verso San Francesco, in via Del Prato.
A questo punto, avviati con onore alla Sala Borri nella sede della Pro Loco per le torte….di cui vi raccontiamo al prossimo stop.
A cura di Giuseppe Restano