Usciamo di buon mattino e nell’aria ancora frizzantina di gennaio raggiungiamo in borgo San Silvestro un luogo singolare, come non ce ne sono molti in città: Fogg Art Photo Gallery. Un luogo creativo dai mille volti, uno spazio espositivo versatile, una galleria d’arte specializzata in fotografia, un’impresa a vocazione culturale. Procediamo con ordine: conosciamo la sua ideatrice – e curatrice – Chiara Allegri.
Da qualche mese avevamo intenzione di fare una chiacchierata con lei, e nel corso dell’intervista ne abbiamo avuto conferma. E’ nata così una storia che coniuga cultura, arte e voglia di fare (impresa) a Parma…
Fogg Art Photo Gallery è una galleria d’arte contemporanea specializzata in fotografia. Ospita periodicamente mostre aperte al pubblico e opere permanenti di artisti selezionati. Informandoci sul sito, prima dell’intervista, scopriamo che, come tutte le gallerie, le opere proposte sono in vendita ma capiamo subito che non si tratta solo di questo. Notiamo infatti i tanti servizi offerti e la prima domanda a Chiara riguarda proprio questo:
“Che cos’è Fogg, non è solo uno spazio espositivo, giusto?”C. A.: Giusto, non si tratta solo di esporre e vendere opere d’arte, Fogg è un’impresa di servizi culturali e la mia scommessa sta proprio nella multidisciplinarietà: la galleria infatti offre molteplici servizi, sia per gli artisti che per i potenziali compratori. Chi entra in Fogg può richiedere consulenze per opere su commissione, prestiti per eventi e allestimenti o la stessa location per ospitare incontri. Abbiamo collaborazioni attive con artigiani, ad esempio per la realizzazione delle cornici, con il negozio di arredamento Sama, con cui offriamo consulenze per l’interior design, e con altre realtà espositive in città, come Spazio Borgo Riccio.
“Come selezionate gli artisti?”C. A.: La scelta degli artisti avviene in modo informale, guardando da un lato all’umanità, al messaggio e alla qualità espressiva – dati che si trasformano in stima e fiducia reciproche – dall’altro ad un criterio di mercato, cioè di valutazione dell’idoneità dell’opera ad un determinato contesto.
Il rischio d’impresa risiede proprio in questo: nel credere in un artista, spesso giovane, e nelle sue idee, investire su di lui attraverso l’organizzazione delle mostre, la cura degli artefatti esposti, la promozione di un lavoro ben fatto. Promozione che avviene attraverso l’intrattenimento culturale: le mostre, gli incontri, le degustazioni, le partecipazioni ai festival.
C. A.: La scelta del quartiere non è stata casuale. Ho volutamente cercato qui in borgo San Silvestro, una strada da sempre a vocazione commerciale, anche se ormai convertita in gran parte al residenziale. Lo testimoniano le realtà artigiane rimaste e alcune insegne di botteghe storiche conservate da recenti restauri. Fogg resiste e sono felice del fatto che, dopo la chiusura del Materia Off che proprio qui ha svolto le sue attività per anni, questo luogo non sia diventato un garage ma che abbia conservato una vocazione culturale.
“Avete in programma eventi?”C. A.: Un’iniziativa che ha avuto successo e piena adesione – e che sarà sicuramente replicata declinandone i temi – è Passeggiata a Parma tra Specchi d’acqua nascosti e svelati, un’esperienza inedita che propone un’uscita a piedi in città accompagnati da un fotografo professionista e da una guida turistica esperta. Chi vi partecipa è invitato a scattare fotografie nei luoghi descritti, essendo consapevole di ciò che sta guardando. Un’occasione apprezzata, aperta a tutti, esperti e amatori. Altri appuntamenti di Fogg riguarderanno il festival Parma 360 che si svolgerà in città tra aprile e maggio.
Da parte nostra siamo contenti che Chiara abbia voluto intraprendere questa strada e continueremo a seguirla. Al termine della chiacchierata condividiamo opinioni sulla fotografia e sull’idea di impresa culturale che per molti suona ancora come un tabù, come se solo l’impresa con pesanti e fumanti macchinari possa essere definita tale. Per Chiara non è così. Lei crede che un approccio manageriale alla cultura sia possibile, che la cultura non potrà ancora per molto continuare a essere considerata solo un hobby, ma possa costituire il sostentamento di tante nuove e giovani imprese. Noi condividiamo perché siamo convinti non solo che con la cultura si possa mangiare, ma che costituisca anche un ottimo nutrimento.