La Deposizione di Benedetto Antelami in 3d realizzata da Giulio Bigliardi founder di 3D Archeolab è la ricostruzione di un pezzo importante della Storia di Parma. Punto nodale del passaggio dalla cultura romanica a quella gotica, l’arte ha avuto grande risonanza nella scultura italiana del Duecento. Alla scuola antelamica si ricollegano il ciclo dei mesi della cattedrale di Ferrara, l’arcone del portale maggiore di S. Marco a Venezia e la Deposizione del duomo di Tivoli
Benedetto Antelami, scultore e architetto vissuto a cavallo del XIII secolo, è uno degli artisti più significativi del suo tempo, uno dei pochi dei quali sia giunto il nome fino a noi. Forse originario della Lombardia, fu molto attivo a Parma nei cantieri della Cattedrale e del Battistero (vedi lo Zooforo in 3D – > link al post precedente), dove ha lasciato due iscrizioni datate: quella del 1178 sulla Deposizione della Croce della Cattedrale (Benedictus Antelami dictus) e quella del 1196 sull’architrave del portale nord del Battistero (Benedictus).
La prima opera nota dell’Antelami è l’altorilievo con la Deposizione dalla Croce, un’opera che occupa un posto di rilievo nella storia dell’arte italiana e in particolare nella scultura. Datata al 1178, la Deposizione era originariamente parte della decorazione di un pontile o di un pulpito, oggi scomparso; attualmente è esposta e ben visibile nel braccio meridionale del transetto della Cattedrale di Parma.
Deposizione di Benedetto Antelami in 3D
Lungo il lato superiore della lastra sono ben leggibili il nome dell’autore e la data:
“ANNO MILLENO CENTENO SEPTVAGENO OCTAVO / SCVLTOR PAT(RA)VITM(EN)SE SE(C)V(N)DO ANTELAMI DICTVS / SCVLPTOR FVIT HIC BENEDICTVS”
“ Nell’anno 1178 (mese di aprile) uno scultore realizzò (quest’opera); questo scultore fu Benedetto detto Antelami.”
Nel calendario medievale il primo mese è marzo, pertanto l’opera fu completata nel mese di aprile (mense secundo), probabilmente in coincidenza con la Settimana Santa.
La scena della Deposizione dell’Antelami
La scena, racchiusa all’interno di una cornice decorata di viticci che si avvolgono geometricamente, è caratterizzata da una grande continuità figurativa, con le figure una accanto all’altra in modo quasi ripetitivo. La composizione è basata sul Vangelo di Matteo e rappresenta il momento in cui il corpo di Cristo viene calato dalla croce.
Al centro della compisizione troviamo la figura di Cristo e sulla croce è ben leggibile l’iscrizione “Ihesus Nazarenus rex Iudeorum”. Della deposizione si occupano Giuseppe di Arimatea, sulla sinistra, ritratto nell’atto di sorreggere il corpo di Cristo e di baciargli il costato; mentre sulla destra si trova Nicodemo, rappresentato su una scala nell’atto di togliere i chiodi.
La composizione è fortemente simbolica: sulla destra di Gesù, illuminate dalla personificazione del sole (una testa umana all’interno di una ghirlanda), troviamo le figure tradizionalmente positive che rappresentato il popolo di Cristo, mentre alla sua sinistra, illuminate dalla fioca luce della personificazione della luna, troviamo quelle negative, che rappresentano il paganesimo e l’Ebraismo.
Dietro Giuseppe di Arimatea è rappresentata la personificazione della Ecclesia vincente, che tiene uno stendardo crociato e il calice con il sangue di Gesù. Seguono le figure della Vergine Maria, che, insieme all’Arcangelo Gabriele, sorregge amorevolmente il braccio di Gesù, e San Giovanni. Chiudono il gruppo le Tre Marie: Maria Maddalena, Maria di Giacomo e Maria Salomè.
Sulla destra, in posizione speculare alla Ecclesia vincente troviamo la Sinagoga, cioè la personificazione del mondo ebraico, a cui l’Arcangelo Raffaele fa piegare il capo in segno di sconfitta; da notare che il suo stendardo è spezzato e rovesciato. Dietro di essa si trova un gruppo di soldati, guidato da un centurione, che esclama: “vere iste Filius Dei erat” (“veramente costui era Figlio di Dio” Mt. 27,54). Chiude la scena, la rappresentazione dell’episodio dei soldati che si giocano a dadi la tunica di Gesù.
Per la cattedrale di Parma, Antelami eseguì anche la cattedra episcopale, nel 1180 circa, e a partire dal 1196 intraprese la sua opera più significativa, la costruzione e la decorazione plastica del Battistero, cui lavorò per circa due decenni. Problematici rimangono invece i suoi interventi nell’ambito del duomo di Fidenza e dell’abbazia di S. Andrea a Vercelli. Punto nodale del passaggio dalla cultura romanica a quella gotica, l’arte dell’Antelami ha avuto grande risonanza nella scultura italiana del Duecento: alla scuola antelamica si ricollegano il ciclo dei mesi della cattedrale di Ferrara, l’arcone del portale maggiore di S. Marco a Venezia e la Deposizione del duomo di Tivoli.
A cura di Giulio Bigliardi